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Parchi e riserve

In Abruzzo, un terzo del territorio è vincolato da aree protette, composte da tre Parchi nazionali, uno Regionale e oltre trenta Riserve Naturali. Nell’insieme questo patrimonio è collocato principalmente, ma non esclusivamente, sulle montagne.  Il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise venne istituito negli anni a cavallo tra il 1922 e il 1923 ed è divenuto il primo simbolo dell’impegno reale per la tutela dell’ambiente sull’Appennino. Ad esso si sono affiancati negli ultimi anni  altri due grandi Parchi Nazionali: quello del Gran Sasso-Monti della Laga e quello della Majella. La Regione poi ha istituito il vasto Parco Regionale del Sirente-Velino e una fitta rete di Riserve Naturali il cui numero supera oggi quota 30 ed è sempre in crescita. L’impegno nella conservazione dell’ambiente e la grande estensione di territorio effettivamente ed efficacemente protetto, hanno portato all’Abruzzo il meritato titolo di “ Regione Verde d’Europa”.        

Il Parco Nazionale d’Abruzzo:

Il Parco Nazionale d’ Abruzzo è la più antica area protetta italiana. Il parco attualmente tutela un’estensione di circa 44.000 ettari a cui bisogna aggiungere i 60.000 della fascia di protezione esterna. 

E’ situato nel cuore dell’Appennino centrale, a cavallo tra Abruzzo, Molise e Lazio. Il territorio del parco, caratterizzato da fenomeni di carsismo e glacialismo, è formato da numerose valli, e catene montuose che superano i 2.000 metri di quota quali il Monte Petroso (2.249 m.), il Monte Marsicano (2.245 m.), il Monte Greco (2.285 m.) e il Monte Meta (2.242 m.). L’intera area protetta è attraversata dall’alto corso del fiume Sa

ngro che proprio qui ha le sue sorgenti. Inoltre troviamo anche alcuni interessanti laghi naturali come il lago Vivo, il lago Pantaniello e il lago di Scanno nonché i bacini artificiali di Barrea e della Montagna Spaccata. Il territorio comprende 21 comuni dai quali partono itinerari segnalati, collegati da una rete di centri visita, rifugi musei naturalistici e strutture in grado di rispondere alle varie esigenze dei turisti.  Gli itinerari più conosciuti sono quelli che conducono alla Camosciara alla Val Fondillo, alla Cicerana, al Monte Morsicano.  Ovunque si possono ammirare estese foreste di faggio che si aprono in verdi radure o in scorci panoramici su monti del parco.  L’area protetta del Parco Nazionale d’Abruzzo è senza dubbio la più concentrata sintesi delle caratteristiche naturali dell’Appennino: comprende circa 1900 specie di piante, 60 specie di mammiferi, 230 specie di uccelli e 40 specie di rettili anfibi e pesci.

Per quanto riguarda la fauna di questo parco, tre sono gli animali che lo caratterizzano: l’Orso bruno marsicano con 80/100 esemplari, il Camoscio d’Abruzzo con 400/450 esemplari e il Lupo appenninico con una trentina di esemplari.  Altri animali illustri sono: l’Aquila reale (una decina di esemplari), il cervo, il capriolo, lo scoiattolo, la lince , la donnola, la puzzola e il tasso. Tra gli uccelli ricordiamo oltre all’Aquila , il falco pellegrino, la poiana, il gufo reale , il barbagianni , la civetta, il picchio, il germano reale ecc.                                                

    

           

Informazioni utili:    Gli ingressi:
Da Roma Uscita A25 Pescina o Aielli Celano
Da Pescara Uscita A25 Cocullo o Pratola Sulmona

P.N.A. Sede di Pescasseroli – 0863/912132
Museo Faunistico (Pescasseroli) – 0863/910405
Museo del Lupo (Civitella Alfedena) 0864/890141
Museo del Cervo (Villavallelonga) – 0863/94926

 

Il Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga:

Creato nel 1992, si estende per 160.000 ettari di cui 135.000 in Abruzzo, sul territorio di 44 comuni divisi tra le province di L’Aquila, Teramo, Pescara, Ascoli Piceno e Rieti. Al suo interno troviamo tre gruppi montuosi: la catena del Gran Sasso, il massiccio della Laga, i Monti Gemelli, e si caratterizza per la presenza della vetta più alta dell’Appennino, il Corno Grande (2912 m.), dove è presente l’unico ghiacciaio appenninico, il Calderone. All’interno di questo parco si trova il lago più grande dell’intera regione, il lago di Campotosto, bacino artificiale trasformato in lago intorno agli anni 1930-1940. Tutto il territorio del parco è caratterizzato da una serie di borghi di origine medievale che conferiscono ai luoghi notevole suggestione; tra tutti ricordiamo Rocca Calascio che con il suo Castello costituisce sicuramente una delle più caratteristiche località. Nel parco troviamo più di 2000 specie di piante, faggio, tasso, agrifoglio, acero di monte, sorbo montano e abete bianco. Sulla Laga sono presenti anche vaste estensioni di castagneti. Il sottobosco è popolato da numerosissimi anemoni, ranuncoli, gigli rossi, ma anche da fiori quali la stella alpina appenninica e numerose specie di orchidee. La fauna è rappresentata da specie rare, quali il lupo appenninico, il gatto selvatico e soprattutto il camoscio, reintrodotto da poco sul Gran Sasso, oltre che da cinghiali, scoiattoli e volpi. Tra gli uccelli rapaci ricordiamo il falco pellegrino e l’aquila reale.

    

Informazioni utili: Sede di L’Aquila – 0862/401903/414504
Centro Sorveglianza Parco (Assergi) – 0862/606004
Uffici Isola del Gran Sasso (TE) – 0861/975080

 

Il Parco Nazionale della Maiella:   

Istituito nel 1992 si estende per circa 75.000 ettari nelle province di Pescara, Chieti e l’Aquila interessando 39 comuni. Un Parco tutto di montagna, la Montagna Madre d’Abruzzo nella parte più impervia e selvaggia dell’Appennino Centrale, la Montagna “Sacra”, perché pervasa da una sacralità monumentale che da sempre ispira profonda religiosità e per questo tanto cara al Papa Celestino V e agli eremiti. Il Parco del Lupo, dell’Orso, dei vasti pianori d’alta quota e dei canyons selvaggi e imponenti, ma anche il Parco degli Eremi, delle Abbazie, delle capanne in pietra a secco, dei meravigliosi centri storici dei Comuni che ne fanno parte.

       

Informazioni utili:
Sede.Legale: Guardiagrele (CH)
Sede.Operativa: Sulmona (AQ)
Tel 0864/25701 – Fax 0864/2570450
info@parcomajella.it

 

RISERVA NATURALE REGIONALE “ LAGO di SERRANELLA”:

Area di grande valenza naturalistica, la Riserva si estende su 300 ettari intorno al lago di Serranella, di origine artificiale che è diventato in breve tempo una palude ricca di vita. La sua posizione prossima alla costa ed alla confluenza tra i fiumi Sangro e Aventino, ne ha fatto una delle aree umide più importanti per la sosta degli uccelli migratori lungo la rotta adriatica e per la fauna in generale. Le sponde del bacino, colonizzate da fitti canneti con la presenza di ben quattro specie di tifa, ospitano una nutrita comunità di uccelli, tra cui alzavola, moriglione, mestolone, codone, airone cenerino e rosso, garzetta, airone bianco maggiore, spatola, migniattaio, gru e cicogna nera. Sono presenti anche rapaci come il falco di palude, il falco pescatore ed il nibbio reale. La vegetazione ripariale comprende farnia, ontano nero, salici e pioppi.

Informazioni per la visita:
Comune di Sant’Eusanio del Sangro
WWF  Località Brecciaio, 2 66037 Sant’Eusanio del Sangro(CH)
Tel. 0872/50357


RISERVA DI FARA SAN MARTINO: DALLE STRETTE GOLE DELL’EREMITA ALLE VETTE DELLA MAJELLA:

In pochi altri luoghi d’Abruzzo si ha l’impressione di essere stati inghiottiti nel ventre della terra come nelle strettissime ed impervie Gole di san Martino che sono l’ingresso di uno dei più lunghi valloni appenninici, il vallone di Santo Spirito, che da Fara San Martino, antico paese della Majella fondato dai monaci  benedettini ed oggi famoso per i suoi pastifici, sale fin su le vette del Monte Amaro e sul tetto della Majella. All’ingresso delle gole la prima sorpresa, gli antichi ruderi di un monastero benedettino  che ritengono molti studiosi risale all’anno mille nello stesso luogo dove, vuole la leggenda, preesisteva un cenobio di San Martino Eremita, il quale aprì le gole in persona per permettere alla popolazione di raggiungere i pascoli e le sorgenti in quota. Avvalendosi della sola forza dei suoi gomiti, come testimoniano i segni arrotondati nella pareti delle gole. Il monastero rimase per molto tempo seppellito da una frana ed tornato alla luce a fine ottocento, ed oggi è possibile ammirarne la navata centrale della Chiesa con l’abside ed il grandioso portale in pietra. Luogo di raccoglimento spirituale per monaci ed eremiti, le Gole sono oggi rifugio sicuro per diverse specie di uccelli quali l’aquila reale, il falco pellegrino, il lanario e l’elegante picchio muraiolo, tutelati e difesi dalla Riserva, insieme alla ricca flora caratterizzata dal pino mugo, da vaste faggete e da nuclei spontanei di pino nero.

L’oasi di Torre del Cerrano: 

Nel tratto teramano, fra due Comuni, Pineto e Silvi, l’area marina protetta “Torre del Cerrano” delimita sette chilometri di costa  e completa un programma di protezione e valorizzazione dell’ambiente  affiancandosi alla rete di oasi sottomarine che hanno consentito, in questi anni, la salvaguardia, il ripopolamento e lo studio dell’ecosistema marino. Nel nome, “Torre del Cerrano”, i simboli della storia e dell’identità di questo territorio. Cerrano, il torrente che scende dalle colline di Atri e la Torre, costruita nel 1568 dagli spagnoli, baluardo contro i pirati saraceni. Il fortilizio si affaccia fra le dune, completamente restaurato e sede del Centro di biologia marina, a due chilometri dal centro di Pineto. Lo specchio d’acqua dell’Area Marina Protetta presenta sia i tipici fondali sabbiosi adriatici, che  alcune parti di scogliere di fondo, determinate sia dai massi semisommersi dell’antico porto di Atri che da strutture sommerse. Nell’area è presente un buon numero di specie animali marine e un piccolo ma nutrito contingente di specie vegetali. Nell’ambiente subacqueo dell’area protetta è facile imbattersi in svariate specie di pesci e molluschi. Sulle dune dell’Area Marina Protetta, nidifica il fratino (Charadrius alexandrinus), raro uccello migratore che frequenta la spiaggia da aprile a settembre inoltrato e che torna ogni primavera per la deposizione delle proprie uova. Nella area sud, a ridosso delle pinete a Pino da pinoli (Pinus pinea) e a Pino d’aleppo (Pinus halepensis), è inoltre presente una densa popolazione del rarissimo Zafferanetto delle spiagge (Romulea rollii). Un ambiente unico, fra mare e terra, che crea un microclima particolarmente favorevole durante la stagione estiva e che contiene all’interno anche elementi di alta valenza naturalistica.

Parco Naturale Regionale Sirente-Velino

Il Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, tra i più estesi ed importanti parchi naturali d’Italia, unico parco regionale d’Abruzzo, nasce nel 1989 con lo scopo di tutelare e preservare i valori ambientali, nonché di trasmettere alle generazioni future gli elementi culturali e i segni delle ricchezze storico-architettoniche ereditate dal passato. Il Parco Regionale Sirente Velino è un incantevole scenario naturale, un paesaggio incontaminato che ospita una flora e una fauna tra le più significative del centro Italia. E’ un concentrato di storia, che conserva le testimonianze di un passato ancora vivo, dove la presenza di templi, castelli, torri, borghi medievali permette di fare un tuffo nel passato immersi in una natura eccezionale.

Riserva Regionale Gole del Sagittario:

Nella suggestiva cornice delle gole calcaree del Fiume Sagittario, in quel lembo di terra che, ai viaggiatori inglesi Richard Keppel Craven e Edward Lear, apparve “pauroso e bello” sorge la Riserva Regionale “Gole del Sagittario”. Il canyon è il risultato dell’azione erosiva svolta nei secoli dal corso d’acqua attraverso imponenti strati di roccia calcarea. Questi sono quello che resta di un antico fondale marino, esteso in gran parte dell’Appennino centrale, dove, per circa 200 milioni di anni, tra Cenozoico e Mesozoico, si è avuta una quasi ininterrotta sedimentazione carbonatica.

    

Riserva Regionale Lecceta di Torino di Sangro:

La Riserva Naturale Regionale Lecceta di Torino di Sangro si estende per 180 ettari dall’ultimo tratto del fiume Sangro, in prossimità della foce, nel comune di Torino di Sangro(CH). La variabilità morfologica e microclimatica fa si che ci sia la presenza di diversi habitat, il più esteso è rappresentato dal bosco a lecci e roverelle, con 465 specie vegetali, 232 specie di lepidotteri, 60 specie di uccelli e soprattutto rappresenta anche l’unico luogo dove è presente l’unica popolazione vivente in natura di testuggine terrestre (Testudo hermanni) simbolo della Riserva. Al suo interno vi sono: percorsi natura, sentieri escursionistici, area pic-nic e centro visite; quest’ultimo è funzionante solo nel periodo estivo.

   

Riserva Regionale Sorgenti del Pescara:

La Riserva Naturale Sorgenti del Pescara rappresenta uno dei più importanti sistemi sorgentizi del centro Italia, è un luogo in cui il forte legame tra terra ed acqua crea suggestivi scorci e diversificati ambienti che risultano habitat ideali per un gran numero di specie animali e vegetali, creando uno scrigno di biodiversità di inestimabile valore. Di particolare interesse è l’avifauna con più di 110 specie censite. La folaga presente con una nutrita colonia, è stata scelta come simbolo della Riserva.


Riserva Regionale Pineta Dannunziana

La Riserva Naturale Pineta Dannunziana, istituita con L.R. 96/00 si estende per una superficie di 53 ettari circa, di cui solo 35 ettari restano dell’antica selva, ricoperti prevalentemente di vegetazione naturale e seminaturale in prevalenza con Pino D’Aleppo, Roverella e Olmo. Tale area, nota anche come Pineta D’Avalos, prese nome dall’antica famiglia che, al tempo dei governi borbonici, possedeva il Marchesato di Pescara, nel quale era compresa l’antica selva di 3.000 ettari di pineta litoranea. Nel territorio protetto si rinvengono residui di sistemi dunali costieri di cui restano pochi e rari lembi lungo la costa adriatica. Si distinguono, elementi igrofili come i Carici, il Sanguinello, ed elementi della macchia mediterranea come il Pungitopo, il Mirto, la Rosa di S. Giovanni, la Smilace, la Robbia selvatica e il Ciclamino primaverile. E’ possibile osservare esempi di vegetazione erbacea, con il Ginestrino delle spiagge e il Verbasco niveo. Sono anche presenti manifestazioni di vegetazione erbacea infradunale con Giunco nero e Canna di Ravenna. Nei diversi comparti della pineta sono presenti specie faunistiche diverse come testuggini acquatiche, carassi, carpe giapponesi e pesci gatto. Tra gli Uccelli si segnala la presenza del picchio rosso maggiore, del picchio verde, del codirosso comune, del rampichino comune. Particolarmente interessante è la presenza dell’erpetofauna, in particolare del piccolo e caratteristico rospo smeraldino e di rettili comuni.

 

Riserva Regionale Cascate del Verde

Le Cascate del Verde sono le Cascate Naturali più alte d’ Italia, vengono formate da un triplice salto che complessivamente misura 200 metri. Si possono ammirare nella loro forma e nella loro bellezza durante tutto l’arco dell’anno. La Riserva nasce nel 2001 su 288 ettari del territorio del comune di Borrello e include una preesistente oasi del WWF. Le strutture dell’area protetta, fra cui i sentieri, sono ancora in fase di realizzazione. Attualmente si raggiunge con un percorso gradonato un punto dal quale si ha una suggestiva vista della cascata: si tratta in realtà di tre cascate di 90, 30 e 40 metri, per un dislivello complessivo di 200 metri, con le quali il torrente Verde, entrando in uno spettacolare canyon formato da rocce calcaree e argillose, raggiunge il fiume Sangro. La visita si compie in circa due ore di passeggiata attraverso un paesaggio boschivo dominato dalla presenza dell’abete bianco e, sui versanti più protetti, dalla macchia mediterranea e dal bosco misto con carpino, acero e tiglio. Le pareti rocciose umide ospitano particolari formazioni di muschi, epatiche e felci. Nelle acque del torrente sono presenti oltre al gambero di fiume (simbolo della Riserva) la trota fario appenninica e numerosi organismi acquatici tipici delle acque pure e ossigenate. Lungo le rive sono presenti, oltre ad un salice monumentale, uccelli come il merlo acquaiolo, la ballerina gialla e, fra gli anfibi, la raganella italica e l’ululone appenninico. Di grande interesse è anche il vicino geosito delle Lame Rosse in cui le argille varicolori appaiono erose a formare calanchi. Nel centro storico si possono visitare le chiese di Sant’Egidio e di Sant’Antonio oltre a una fontana settecentesca. Tutta la zona è inoltre nota per la raccolta dei tartufi.

       

Riserva Naturale Guidata Calanchi di Atri

La Riserva istituita dalla Regione Abruzzo nel 1995, è diventata Oasi del WWF nel 1999. Si estende per circa

400 ettarie si sviluppa dai 106 metri del fondovalle del torrente Piomba ai 468 metri del Colle dela Giustizia. Racchiude forme di erosione che qui assumono un aspetto impressionante: i calanchi, conosciuti localmente come “li ripe” e dai più anche come “bolge” dantesche o scrimoni. Sono prodotti da una forma di erosione dinamica, provocata dalle passate deforestazioni e favorita dai continui disseccamenti e dilavamenti che agiscono sulla conformazioneargillosa del terreno.  L’instabilità di questi ambienti non impedisce loro di ospitare un’interessante comunità animale e vegetale.  Ai terreni aridi e spesso fortemente salini dei calanchi si sono adattate piante come il cappero, il carciofo selvatico, l’astro spillo d’oro, il gladiolo selvatico, la ginestra odorosa, la tamerice e la liquirizia. Numerosi sono i rapaci diurni e notturni favoriti dall’ambiente aperto: gheppio, poiana, albanella barbagianni, civetta, allocco, gufo, assiolo ma anche i meno comuni falco cuculo e falco pecchiaiolo. Sono presenti starna, piccione selvatico e colombaccio insieme a numerosi passeriformi. I mammiferi sono quelli tipici che vivono presso scarpate sabbiose e argillose, nelle quali scavano le tane: tasso, volpe, lepre e l’istrice, simbolo dell’area protetta. Presenti anche il riccio e mustelidi come donnola e faina. Nei ristagni d’acqua crescono salici, pioppi, canna di palude e equiseto: qui vivono rettili come la biscia d’acqua e anfibi come il rospo comune e il rospo smeraldino. Sui fiori e sul terreno inumidito si osservano varie farfalle, da alcune specie di Melanargia alla vanessa del cardo, al macaone. 

 

Riserva Naturale Regionale Gole di S. Venanzio

La Riserva nasce nel 1998 per proteggere un tratto del corso del fiume Aterno che, tra i monti Mentino e Urano, ha scavato sei chilometri di gole. Due pareti di rocce calcaree strapiombanti si fronteggiano: nelle loro cavità fanno il nido il falco lanario, il pellegrino, il lodolaio e l’aquila reale. Nelle acque dell’Aterno vivono la rara trota macrostigma, l’anguilla e la lampreda; numerose le specie di uccelli acquatici fra cui rallidi come la folaga e la gallinella d’acqua, vari anatidi, il martin pescatore, il tuffetto e molti altri. Sono presenti piante acquatiche semisommerse –cannuccia di palude,coltellaccio- o fluttuanti come il sedano d’acqua e la brasca; sulle rive salici e pioppi si alternano agli ontani. 
Interessante anche la flora delle rupi che comprende il fiordaliso giallo, la Trinia glauca, la campanula di Cavolini. Sulle pareti riparate compaiono l’efedra, la dafne olivella e il bagolaro. In alto, dove la pendenza è minore, si sono formati prati aridi con Stipa e Bromus. Lungo i pendii più caldi prevale un bosco rado di roverella con terebinto e ginepro alternati a ginestra. Qui, fra radure e bosco si trovano il capriolo e il cinghiale. Non rari anche mustelidi e piccoli vertebrati. Di grande suggestione è l’eremo quattrocentesco di San Venanzio, costruito tra le due sponde e meta di escursioni e pellegrinaggi. L’eremo segna anche il confine tra il paesaggio delle gole e quello della pianura agricola ai bordi della quale affiorano numerose risorgive: fra queste si trovano sorgenti sulfuree. Interessante anche l’antico acquedotto di Corfinio scavato per un tratto nella parete rocciosa.